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I nuovi paradigmi fra interior e outdoor

A cura di SpazioParola

Dopo un anno di emergenza sanitaria i cambiamenti negli stili e nelle modalità abitative sembrano ormai aver raggiunto una sedimentazione che permette di avere qualche punto fermo. Fra questi, l’importanza e l’esigenza di spazi interni capaci di dialogare con l’esterno.
L’impatto certamente più importante è quello che ha riguardato l’ingresso dell’home working nella vita quotidiana in spazi che fino a poco tempo fa erano destinati prevalentemente ad una dimensione domestica, intima, familiare.

Se prima la casa era il rifugio dove rilassarsi da soli o con la famiglia e gli amici, la pandemia ha dato alle nostre abitazioni una nuova responsabilità: quella di accogliere il lavoro nell’ambiente dedicato alla vita privata, adattandosi alle nuove esigenze perché risponda a più funzioni.
Questo cambiamento ha portato notevoli variazioni per quanto riguarda la richiesta, l’esigenza di un progetto di casa di tipo nuovo, per certi versi mai sperimentato prima. Video chiamate, conference call, piattaforme di dialogo, lavoro e studio vengono condivise da più persone dello stesso nucleo familiare negli stessi momenti e, nei casi più fortunati, in contesti diversi della casa.

I classici confini fra cucina e camera da letto, fra soggiorno e stanze dei figli, fra l’interior e l’outdoor sono stati spostati, modificati, fino a divenire quasi obsoleti. Elementi come l’illuminazione, naturale e artificiale, possono contribuire a migliorare il senso di appartenenza e fruizione a queste nuove modalità. E i vari bonus che comprendono ormai tutto l’impianto stesso dall’abitazione (dal mobile alle facciate) stanno portando ad una importante riprogettazione dell’abitazione in senso lato. Il poliedrico Friedensreich Hundertwasser (architetto, ma anche pittore, scultore e ecologista) affermava che “le case non sono fatte di muri, ma di aperture”. Ecco che allora elementi quali finestre, serramenti, porte assumono ruoli ancor più fondamentali non solo nella casa dell’era pandemica, ma anche in prospettiva a medio/lungo periodo. Balconi, terrazze, giardini privati o condominiali in questi mesi hanno dialogato strettamente con gli spazi interni, spingendo in modo notevole le vendite di elementi outdoor (pergole, mobili da esterno, fioriere). Cambiando il linguaggio estetico e funzionale fra il dentro e il fuori. Si tratta, ora, di dare continuità progettuale a questa tendenza. Perché ben poco sarà “come prima”.

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