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Light Design, o l’ambivalenza della finestra

A cura di SpazioParola

Di giorno, una finestra è una bellissima lampada. Lo diceva Gae Aulenti, e l’affermazione è diventata una delle citazioni più famose nella storia dell’architettura e del progetto. Il segreto sta proprio nell’apparente contraddittorietà, nell’ambivalenza spiazzante della frase. E nel rapporto fra Gae Aulenti e la luce, naturale o artificiale che sia. 

Oggi, buona parte dell’evoluzione strutturale nell’edilizia è compiuta, e, grazie al profondo cambiamento nel rapporto fra la funzionalità dell’infisso e del telaio strutturale, è possibile la progettazione e realizzazione di finestre molto più ampie. Questo pone il progettista e l’azienda davanti al compito di riparametrare l’essenza stessa di finestra. Negli interior contemporanei l’elemento finestra dovrà far sua, sempre di più, quella definizione proposta da Gae Aulenti.

Finestre performanti in termini di permeabilità all’aria, di abbattimento acustico e accessibilità, di resistenza alla pioggia, al vento, all’effrazione. Ma che devono saper essere invisibili, discrete, minimali. A questo proposito, il telaio perimetrale dovrà essere totalmente incassato, mentre l’anta perimetrale dovrebbe essere la più sottile possibile. A completamento, maniglie e barre proposte in finiture in tinta con il profilo, per essere maggiormente integrate al telaio. 

Con i suoi profili invisibili, il telaio completamente incassato a pavimento e a soffitto, il sistema Orama proposto da Minimal Frames si candida ad essere la soluzione ideale per un nuovo modo di intendere la finestra. Una finestra sempre più parte integrante del “paesaggio interno” all’abitazione.

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