Uno sguardo al minimalismo.
“La semplicità è la suprema sofisticazione”
Leonardo da Vinci
Con la celebre frase “Less is more” si indica come tutto vada ricondotto agli elementi basilari, quelli necessari. La chiave di volta diventa la rimozione del superfluo, ma sempre con lo sguardo rivolto alla modernità.
Derivando da un’architettura fatta di linee essenziali questa tendenza ha rapidamente coinvolto una nuova definizione di arredamento legata al geometrico e al monocromatico.
Ma il minimalismo non si ferma qui: anche nella tecnologia si rincorre un minimalismo estremo attraverso componenti sempre più sottili: questo spiega l’avvento di Apple e dell’hi-tech, di tablet e smartphone.
Vediamo quali sono gli stilisti che hanno impiegato nelle loro collezioni la tendenza Minimal.
Helmut Lang
Nel 1997 l’austriaco Helmut Lang ha proposto l’essenza del minimalismo: il bianco e il nero interrotto da qualche dettaglio puro. Ad esempio la t-shirt bianca dove compare una sola riga color rosso, indossata in sfilata da Kate Moss. Le modelle di Lang sfilano senza trucco e con i tacchi bassi.
Jil Sander
La stilista tedesca Jil Sander ha proposto una donna in carriera, molto ambiziosa. Qui lo status sociale non è espresso attraverso l’opulenza, ma con l’essenzialità.
Martin Margiela
Altri attori sono Martin Margiela, stilista iconoclasta al limite tra moda e arte. Un punto di vista assolutamente diverso ma lungimirante: è suo infatti il primo street casting. Capi oversized, non finiti e destrutturati, caratterizzati da un’etichetta con quattro fori e dal bianco che assume un valore concettuale, cifra poetica in ogni sfumatura, contro ogni logo o schiavitù del lusso: un vero minimalista.
Ann Demeulemeester
Ann Demeulemeester, la Regina d’Anversa, ha creato collezioni monocromatiche improntate a un minimalismo sperimentale dove troviamo capi tagliati e riassemblati. Gioca col genere (unisex) e i tessuti: seta, lana, pelle vengono utilizzati assieme per creare nuovi tagli sartoriali dove visivamente domina il black, declinato in ogni possibile texture materica.
Comme des Garçons, Yamamoto e Issey Miyake
Dall’Oriente, ecco arrivare a Parigi il minimalismo eclettico di Comme des Garçons, Yamamoto e Issey Miyake.
Qui il minimalismo prende forme completamente diverse: è l’estetica eclettica-cerebrale dei tre stilisti giapponesi. La moda è concepita come simbolo, non come manifestazione di uno status sociale.
I tagli sono di una precisione geometrica, linee rigidamente strutturate tendenti ad una semplicità di tipo androgino, che non nasconde ma valorizza in modo alternativo la figura del corpo: questi sono i principali punti che caratterizzano la moda minimal. Il minimalismo cambia a seconda di chi lo crea, lo indossa e si adatta a ogni generazione e cultura.
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