Minimalismo haute couture | Around Minimal | MinimalFrames.it
Around Minimal __ Quando il minimalismo è anche… haute couture

Quando il minimalismo è anche… haute couture

A cura di Spazio Parola

Uno sguardo al minimalismo.
“La semplicità è la suprema sofisticazione”
Leonardo da Vinci

Con la celebre frase “Less is more” si indica come tutto vada ricondotto agli elementi basilari, quelli necessari. La chiave di volta diventa la rimozione del superfluo, ma sempre con lo sguardo rivolto alla modernità.

Derivando da un’architettura fatta di linee essenziali questa tendenza ha rapidamente coinvolto una nuova definizione di arredamento legata al geometrico e al monocromatico.

Ma il minimalismo non si ferma qui: anche nella tecnologia si rincorre un minimalismo estremo attraverso componenti sempre più sottili: questo spiega l’avvento di Apple e dell’hi-tech, di tablet e smartphone.

Il mondo della moda è minimal
Un discorso più approfondito merita il mondo dell’alta moda, il cui percorso verso una concezione stilistica minimale viene caratterizzato da tendenze di cambiamento verso il passato.

Dagli anni ’90 si prediligono le forme semplici, tutto è classico ed essenziale. Una rottura verso i corsetti, lo stile charleston, gli abiti a colonna degli anni ’30, la minigonna e il tubino degli anni ’60, lo stile floreale degli anni ’70.

Il minimalismo si impone sfociando in uno stile che si allontana dai canoni della femminilità classicamente intesa. Diventa “pulito” nelle linee e nelle sagome.

Il minimalismo e i grandi attori dell’alta moda 
Il concetto di “Less is more” ha influenzato i grandi creatori della haute couture come Prada e Armani e, ancora prima, Coco Chanel (di cui ricordiamo la frase “la semplicità è la nota fondamentale di ogni vera eleganza”). Miuccia Prada, ad esempio, negli anni ‘90 ha creato una collezione che assaporava la filosofia minimalista, con tanto di volumi misurati, linee semplici e a tratti austera.

Vediamo quali sono gli stilisti che hanno impiegato nelle loro collezioni la tendenza Minimal.

Helmut Lang
Nel 1997 l’austriaco Helmut Lang ha proposto l’essenza del minimalismo: il bianco e il nero interrotto da qualche dettaglio puro. Ad esempio la t-shirt bianca dove compare una sola riga color rosso, indossata in sfilata da Kate Moss. Le modelle di Lang sfilano senza trucco e con i tacchi bassi.

Jil Sander
La stilista tedesca Jil Sander ha proposto una donna in carriera, molto ambiziosa. Qui lo status sociale non è espresso attraverso l’opulenza, ma con l’essenzialità.

Martin Margiela
Altri attori sono Martin Margiela, stilista iconoclasta al limite tra moda e arte. Un punto di vista assolutamente diverso ma lungimirante: è suo infatti il primo street casting. Capi oversized, non finiti e destrutturati, caratterizzati da un’etichetta con quattro fori e dal bianco che assume un valore concettuale, cifra poetica in ogni sfumatura, contro ogni logo o schiavitù del lusso: un vero minimalista.

Ann Demeulemeester
Ann Demeulemeester, la Regina d’Anversa, ha creato collezioni monocromatiche improntate a un minimalismo sperimentale dove troviamo capi tagliati e riassemblati. Gioca col genere (unisex) e i tessuti: seta, lana, pelle vengono utilizzati assieme per creare nuovi tagli sartoriali dove visivamente domina il black, declinato in ogni possibile texture materica.

Comme des Garçons, Yamamoto e Issey Miyake
Dall’Oriente, ecco arrivare a Parigi il minimalismo eclettico di Comme des Garçons, Yamamoto e Issey Miyake.

Qui il minimalismo prende forme completamente diverse: è l’estetica eclettica-cerebrale dei tre stilisti giapponesi. La moda è concepita come simbolo, non come manifestazione di uno status sociale.

I tagli sono di una precisione geometrica, linee rigidamente strutturate tendenti ad una semplicità di tipo androgino, che non nasconde ma valorizza in modo alternativo la figura del corpo: questi sono i principali punti che caratterizzano la moda minimal. Il minimalismo cambia a seconda di chi lo crea, lo indossa e si adatta a ogni generazione e cultura.

Il minimalismo nell’arredamento


Va ricordato che lo stile minimal è legato ad un modo di vita semplice e ordinato, che mette al centro praticità piuttosto che forma e questo si riflette prima di tutto nelle architetture e nell’arredamento d’interni.

La regola base è togliere tutto ciò che non è necessario, creando più spazio nelle stanze e ambienti più ordinati e puliti. Gli arredamenti devono essere semplici, con linee geometriche e volumi netti, mentre gli oggetti devono essere in numero ridotto e in armonia tra loro.

Per quanto riguarda i colori è preferibile optare per toni neutri e delicati, come il bianco, il tortora, il grigio perla o il rosa pallido; i colori della terra, quali beige e marrone o le tinte pastello del legno. Anche il nero trova spazio nello stile minimal chic, poiché crea un sobrio, ma studiato, contrasto con i mobili più chiari.

Lo stile minimal si sposa perfettamente con lo stile scandinavo di cui condivide parecchi elementi di base e con il nuovo arrivato, lo stile giapponese.

Iscriviti alla nostra newsletter

per essere sempre aggiornato sulle
novità del mondo minimal frames

Accetto la   Privacy Policy
Minimal Frames è un progetto