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Green in-spirations __ Una finestra che fa da quadro: il superamento del trompe l’oeil

Una finestra che fa da quadro: il superamento del trompe l’oeil

Affacciati su splendidi paesaggi, i trompe l’oeil servivano a creare effetti di profondità per ingrandire uno spazio interno, dando l’illusione ottica di apertura.
Il piacere di guardare fuori ha subito evoluzioni diverse nelle varie epoche:
nell’antica Roma le finestre con vista erano un lusso riservato alle ville dei nobili e solo nell’età imperiale di Seneca diventano una consuetudine, per esempio nei bagni pubblici.
Le vedute offrono agli occhi il gusto della bellezza, come dipinti nella natura.
Nel Medioevo la connessione tra vista e piacere porta però alla privazione totale delle finestre per concentrarsi sulla devozione ascetica, relegando quindi le aperture sul mondo esterno a uno stato di perenne condanna.

Petrarca e Boccaccio nel XIV secolo iniziano a elogiare lo spirito rurale e il fascino dei giardini ma è solo con l’Umanesimo e il Rinascimento dei secoli successivi, quando lo sguardo si apre di nuovo sul mondo reale, che le vedute tornano a essere fonte di piacere e appagamento. Prima di arrivare alle finestre panoramiche, teorizzate da Leon Battista Alberti, bisogna passare però attraverso il periodo gotico e le finestre a bifora, chiuse ad arco e spesso separate da colonnine. Le finestre rettangolari sono inizialmente un’invenzione pittorica, ispirata a ciò che lo sguardo può abbracciare, per trasmettere l’idea di apertura sull’esterno e sconfinare su orizzonti non compresi dallo spazio ristretto delle mura, facendo entrare una luce e un’aria assenti.
Sono vedute costruite, quadri che diventano finestre su un paesaggio dipinto. La rivoluzione è l’inversione di tendenza, che porta le finestre a farsi quadri sull’ambiente circostante. Andrea Palladio e Paolo Veronese, a Villa Barbaro di Maser, esprimono tale dicotomia tra realtà e pittura in modo sublime: vedute effettive e fittizie condividono la stessa linea dell’orizzonte (Palladio sulla campagna, il Veronese sulla storia di Roma).
L’invenzione finale, che permette di creare le finestre così come le conosciamo, sono le lastre di vetro trasparente: non più vetri piombati, ma visioni incorniciate e infine serramenti minimal privi di ogni limite.
Luce e aria entrano senza ulteriori impedimenti, lo spazio diventa immagine, lo sguardo da dipinto sulla realtà diventa finestra aperta sul mondo.
La prossima volta che guarderemo attraverso dei serramenti minimal frames forse allora vedremo ben oltre l’orizzonte e comprenderemo come la vista mediante l’architettura abbia conseguito una nuova consapevolezza.

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