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Architetture di vetro per immersioni nella natura

A cura di arch. Cinzia Pagni

Architetture di vetro per appassionanti immersioni nella natura, tra sostenibilità e riscoperta del valore del benessere dato dal rapporto tra uomo e ambiente.

Philip Johnson Glass House 1949, Connecticut, US: l’esempio più illustre di case in vetro, da cui tutti hanno tratto ispirazione è un padiglione per osservare il paesaggio; immersa nel bosco, è un’icona dell’architettura residenziale americana, per l’uso dei materiali e per la perfetta integrazione con il paesaggio circostante.
Philip Johnson, visse nella Glass House dal 1949 fino alla sua morte nel 2005. La concepì come una mezza composizione, completata dalla Brick House. La maggior parte dei mobili proveniva dall'appartamento newyorkese di Johnson, progettato nel 1930 da Mies van der Rohe. L’arredamento all’interno della casa ovviamente rimane uguale mentre il paesaggio circostante cambia a seconda delle stagioni. È questo a renderla unica. Nonostante la distribuzione interna sia abbastanza tradizionale, a parte il soggiorno che è il cuore della casa, questo rapporto con la natura che cambia nel tempo e nell’avvicendarsi delle stagioni la rende molto attuale.

Grandi vetrate e tetti in vetro per case sempre più simili a grandi lanterne


Carlo Santambrogio ed Ennio Arosio sono autori di una casa completamente in vetro. È tra le tendenze di questi ultimi anni che più ci fa sognare. Le case costruite in vetro, legno e metallo, tipiche del nord Europa, dove luce e sole sono un bene preziosissimo, stanno contaminando anche le nostra cultura progettuale. Lì la valorizzazione della natura è parte stessa della cultura, che propone il relax attraverso la possibilità di ammirare paesaggi incontaminati. Ecco allora che nelle case con ampie superfici vetrate spesso anche il tetto è vetrato.  Rappresentano un’occasione per ripensare a un‘architettura più in sintonia con le nuove sensibilità, verso il pianeta, verso la natura, verso un atteggiamento più sostenibile.

Mi piace definire queste case, “lanterne”, perché di notte quando gli abitanti di questi spazi da sogno accendono le luci, gli ambienti si illuminano e diffondono la loro luce tutto attorno; e sembrano delle grandi lanterne. Sono case che oggi desiderano non solo gli appassionati di panorami mozzafiato o coloro che vanno alla ricerca di vacanze esperienziali immersi nella natura; queste stesse case stanno destando un grande interesse anche da parte degli architetti.

I progettisti le studiano perché, oltre a essere belle, permettono alla luce naturale di filtrare molto più di quanto non succeda con le case tradizionali; questo implica molta meno energia elettrica per farle funzionare; possono infatti usufruire della luce naturale e del calore solare per molte ore al giorno e durante tutto l’anno.

Il ruolo della luce naturale nel risparmio energetico


Oggi le motivazioni ambientali e l’etica green sono molto importanti e per alcuni superano di gran lunga quelle economiche; utilizzando di più la luce naturale si accendono di meno le luci e quindi c’è anche un risparmio sui consumi – risparmio che è molto gradito e si inserisce in quegli obiettivi di sostenibilità al quale sempre di più aspiriamo. Tra gli esempi più recenti il nuovo Museo d’arte contemporanea di Oslo progettato da Renzo Piano, il Tjuvholmen Art Museum.

Lo spazio museale è composto da tre edifici uniti da un canale ricoperto da un grande tetto in vetro a forma di vela. Questa nuova architettura in perfetto stile Renzo Piano (vetro, acciaio, legno, e il cielo che sembra si possa toccare con un dito) sorge lungo la passeggiata che partendo dalla City Hall costeggia il fiordo.

Architetture di vetro e sostenibilità


Nell’epoca del Green e della nuova “etica green”, la sostenibilità nel mondo del progetto è oramai una scelta obbligata; architetti e progettisti in generale rivedono gli spazi e l'ambiente secondo un nuovo modo di pensare.

L’attenzione all’ambiente non è comunque facilmente definibile e misurabile, perché ci sono molti fattori da tenere presente, e i progettisti oggi ne sono consapevoli. Sempre di più vediamo architetture progettate in base ai mutati fattori climatici e in base ad una nuova sensibilità. Si tende all’utilizzo minimo di risorse, si cerca di impiegare materiali non nocivi, e anche di valorizzare lo sfruttamento passivo dell’energia e della luce solare. Tutti questi elementi giocano un ruolo fondamentale nel ridurre al minimo l’impatto ambientale e rendere un edificio più vicino alle nuove indicazioni “green”.

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